«Avete spesso sentito dire che Siracusa è la più grande città greca, e la più bella di tutte. Signori giudici, è proprio come dicono».
(Marco Tullio Cicerone, In Verrem II, 4,117)
Il toponimo Syracuse deriva dal termine locale Syraka che significa “abbondanza di acqua”, espressone coniata dai Siculi per indicare la presenza di molti corsi d’acqua e di una zona paludosa nei pressi del primitivo insediamento. Le notizie più remote, riguardo l’esistenza dell’abitato, risalgono all’Età del Bronzo, periodo in cui le popolazioni indigene si stanziarono nella zona compresa tra il fiume Ciane e l’Anapo, vivendo di agricoltura e pastorizia. Nel 734 a.C., un gruppo di coloni greci provenienti da Corinto, sotto la guida di Archia, fondarono quella che divenne la più grande metropoli del Mediterraneo: la potente Siracusa.
Costituita come una Pentàpoli, ovvero come una lega di cinque città, quali Ortigia, Acradina, Tiche, Neàpolis ed Epipoli, la città si affermò, nei secoli successivi, sia sul piano politico-militare, attraverso la fondazione di numerose colonie, che sul piano culturale e religioso, edificando templi e tombe di tipo monumentale. A questa fase appartengono la costruzione del Tempio Ionico di Artemide, del Tempio di Atena, del Teatro greco (il più bello della Sicilia), e delle Latomie.
La bellezza e la grandiosità di queste opere riflettono, ancora oggi, il potere e l’ambizione dei tiranni siracusani, la cui politica espansionistica venne messa in crisi dalle continue lotte interne e dall’incombente minaccia romana. Nel 212 a.C., dopo una lunga resistenza, ingegnosamente condotta dal celebre Archimede, Siracusa fu conquistata dai Romani e incorporata alla provincia di Sicilia. Scelta come residenza privilegiata dai magistrati occupanti, la città venne dotata di nuovi ed imponenti edifici, tra cui un Ginnasio, diversi santuari e un grandioso Anfiteatro, oggi incluso nel Parco Archeologico della Neàpolis.
Come avvenne nei centri più importanti dell’Impero, a Siracusa si diffuse rapidamente anche il Cristianesimo; l’evangelizzazione fu così intensa che, alla fine del IV secolo, la città poteva contare su una comunità ben organizzata, dotata di propri luoghi di culto e di sepoltura, come la monumentale Catacomba di San Giovanni.
Sotto il dominio bizantino Siracusa divenne capitale dell’Impero d’Oriente, nonché residenza dell’imperatore Costante II che trasferì, oltre che la corte, anche la zecca e gli uffici imperiali. Alla rinascita politica seguì quella religiosa: i templi greci, ormai abbandonati, furono trasformati in luoghi di culto cristiani e convertiti in basiliche. In questo contesto il tempio di Atena fu convertito in chiesa cristiana e consacrato alla Vergine Maria, diventando nel VII secolo la Cattedrale della città.
Cominciò il suo declino con la presenza degli Arabi nell’878. Nell’XI secolo fu riconquistata dai Bizantini e passò sotto il dominio dei Normanni. Quindi seguì le sorti di tutta la Sicilia: Regno di Sicilia (XII secolo) – Regno delle due Sicilie (XIX secolo) – Regno d’Italia.